Scaglioni IRPEF e patrimonio personale: come le aliquote influenzano la capacità di investimento

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Investimenti
I concetti più importanti da sapere sugli scaglioni IRPEF

Tempo di lettura: circa 7 minuti

  • Gli scaglioni IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) definiscono le fasce di reddito su cui si applicano, secondo un sistema di tassazione progressiva, aliquote crescenti di imposizione fiscale.
  • Nel 2025 le fasce sono tre: 23% fino a 28.000 €, 35% tra 28.001 e 50.000 €, 43% oltre i 50.000 €.
  • Il sistema progressivo fa sì che solo la quota di reddito che supera la soglia di ciascun scaglione sia tassata con l’aliquota più alta.
  • L’impatto dell’IRPEF varia in base alla tipologia di reddito: lavoro dipendente, autonomo, pensioni, redditi fondiari e d’impresa rientrano nell’IRPEF progressiva, mentre le rendite finanziarie sono in gran parte soggette a imposte sostitutive.
  • Una corretta pianificazione fiscale (detrazioni, deduzioni, previdenza complementare, diversificazione dei redditi) permette di ridurre il carico fiscale, aumentare la liquidità e migliorare la capacità di risparmio e investimento.

L'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) è la tassa che lo Stato applica sui redditi di chi vive o risiede in Italia.

Gli scaglioni IRPEF definiscono le fasce di reddito a cui si applicano le diverse aliquote. Il nostro sistema fiscale, infatti, prevede una tassazione progressiva: all’aumentare del reddito, aumenta anche l’aliquota applicata.

Gli scaglioni del 2025 sono tre: 

  • 23% per redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per redditi tra 28.001 e 50.000 euro;
  • 43% per redditi oltre 50.000 euro.

Fino al 2023 le fasce erano invece quattro: la novità principale del 2024 è stata l’eliminazione dell’aliquota al 25% per i redditi tra 15.001 e 28.000 euro, che ha di fatto determinato una riduzione della tassazione per i redditi più bassi.

La Riforma Fiscale del 2024 ha introdotto questa semplificazione, resa poi definitiva con la Legge di Bilancio 2025.

Questa semplificazione oltre ad agevolare il calcolo dell’imposta lorda, incide anche sul reddito netto disponibile, con effetti diretti sulla capacità di risparmio, investimento e gestione del patrimonio.

Continua a leggere per saperne di più sugli scaglioni IRPEF e scoprire alcune strategie per ottimizzare le imposte sui redditi.

Cosa sono gli scaglioni IRPEF?

Gli scaglioni IRPEF stabiliscono quale aliquota si applica a ciascuna porzione di reddito. Ciò significa che l’imposta si calcola a scaglioni successivi e non sull’intero reddito con l’aliquota più alta.

Questo meccanismo progressivo garantisce che la tassazione cresca in maniera proporzionale al reddito, assicurando maggiore equità: chi guadagna di più contribuisce con un’aliquota più elevata, ma solo sulla parte di reddito che eccede lo scaglione precedente.

Facciamo un esempio pratico.

Immaginiamo un contribuente con un reddito lordo annuo di 30.000 € (per semplificare non consideriamo detrazioni o imposte aggiuntive).

  • 23% sui primi 28.000 € → 28.000 € × 23% = 6.440 €
  • 35% sulla parte eccedente (2.000 €, cioè da 28.001 a 30.000 €) → 2.000 € × 35% = 700 €

Totale IRPEF lorda = 6.440 € + 700 € = 7.140 €

Questo esempio mostra che il reddito viene tassato con l’aliquota più alta solo per la parte che ricade in tale scaglione.

Il sistema progressivo tutela in tal modo il contribuente ed evita l’effetto “scala di imposta”, ovvero il tentativo di cercare di “rimanere sotto uno scaglione IRPEF” per evitare un aumento complessivo dell’imposta.

Questa dinamica spinge molti contribuenti a pianificare attentamente il proprio reddito e a sfruttare strumenti di ottimizzazione fiscale, come la piena fruizione delle detrazioni e delle deduzioni, strumenti previsti per la riduzione del carico fiscale effettivo.

EXTRA TIP:

Cosa significa aliquota marginale vs aliquota media?

Nel sistema IRPEF, è fondamentale distinguere tra:

  • aliquota marginale: è la percentuale applicata sull’ultima porzione di reddito, ovvero che ricade nello scaglione più alto raggiunto. Rappresenta la tassa pagata su ogni euro aggiuntivo guadagnato oltre una certa soglia;
  • aliquota media: è il rapporto tra imposta totale pagata e reddito complessivo, quindi, è sempre inferiore all’aliquota marginale.

Per esempio, se un contribuente ha un reddito di 30.000 euro, l’aliquota marginale è del 35% perché l’ultima parte di reddito (da 28.001 a 30.000 €) rientra nel secondo scaglione. Mentre l’aliquota media è pari a: 7.140 € (imposta totale) ÷ 30.000 € (reddito complessivo) = 23,8% circa. 

Questo mostra come il sistema progressivo sia vantaggioso: anche superando una soglia, non tutto il reddito viene tassato con l’aliquota più alta, ma solo la parte eccedente.

Nuove aliquote IRPEF 2026: le ipotesi di cambiamento

Dopo la riforma che ha ridotto gli scaglioni da quattro a tre nel 2025, il Governo sta valutando ulteriori interventi da introdurre nella Manovra 2026, con l’obiettivo dichiarato di alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio.

Le ipotesi al momento più discusse prevedono:

  • una riduzione dell’aliquota intermedia dal 35% al 33%;
  • un possibile innalzamento della soglia dello scaglione intermedio dagli attuali 50.000 € fino a 60.000 € di reddito.

Secondo le simulazioni, questa modifica potrebbe generare un risparmio variabile da poche decine di euro fino a oltre 1.400 € annui, in base al livello di reddito. Ad esempio, un lavoratore con reddito di 40.000 € potrebbe beneficiare di un vantaggio fiscale intorno ai 600 € all’anno.

È importante sottolineare che si tratta ancora di ipotesi in fase di studio: la loro effettiva applicazione dipenderà dalle risorse disponibili e dalle scelte politiche della prossima legge di bilancio.

Qual è l'incidenza delle aliquote sui diversi tipi di reddito?

Abbiamo visto come funzionano gli scaglioni IRPEF, ma l’impatto delle aliquote cambia anche a seconda della tipologia di reddito dichiarato.

  • Lavoratori dipendenti - beneficiano di una no tax area più alta (circa 8.500 €) e di detrazioni d’imposta specifiche, che riducono l’IRPEF effettiva. Le imposte vengono trattenute direttamente in busta paga dal datore di lavoro come sostituto d’imposta.
  • Lavoratori autonomi - hanno una no tax area più bassa (circa 5.500 €) e detrazioni minori. L’imposta si calcola sul reddito netto (ricavi – costi deducibili). A parità di reddito lordo, l’incidenza fiscale risulta in genere più pesante rispetto a quella di un dipendente.
  • Pensionati - rientrano anch’essi nel sistema progressivo IRPEF, ma con detrazioni specifiche per redditi da pensione, più consistenti per le pensioni basse.
  • Redditi fondiari (terreni e fabbricati) - concorrono alla base imponibile IRPEF. Per gli immobili locati si può scegliere, in alternativa, la cedolare secca (imposta sostitutiva del 21% o 10% in casi particolari), che sostituisce l’IRPEF progressiva.
  • Redditi d’impresa - se prodotti da ditte individuali o società di persone, confluiscono nella dichiarazione IRPEF del titolare con tassazione progressiva. Le società di capitali, invece, sono soggette a IRES (imposta separata);
  • Redditi di capitale e redditi diversi di natura finanziaria (interessi bancari, dividendi, plusvalenze su titoli) - nella maggior parte dei casi non entrano nell’IRPEF, perché soggetti a imposte sostitutive con aliquota fissa (26%, ridotta al 12,5% per i titoli di Stato).

In sintesi: le rendite finanziarie sono per lo più assoggettate a imposte sostitutive, spesso più basse. 

L’incidenza fiscale diversa a seconda della fonte del reddito e influisce sulla reale capacità di risparmio e investimento.

EXTRA TIP:

Quanto mi rimane al netto dopo le tasse?

Sapere “quanto rimane in tasca” è fondamentale per pianificare spese e investimenti. Il reddito netto dipende non solo dagli scaglioni IRPEF, ma anche da detrazioni, deduzioni, contributi previdenziali e addizionali regionali/comunali.

Per questo motivo, due contribuenti con lo stesso reddito lordo possono avere netti molto diversi. La soluzione è usare un calcolatore IRPEF aggiornato o affidarsi a un consulente per simulare con precisione il netto disponibile.

Come ottimizzare gli investimenti in base agli scaglioni IRPEF

Capire come gli scaglioni IRPEF incidono sulla capacità di risparmio è fondamentale per pianificare al meglio le proprie decisioni di gestione patrimoniale.

Ogni fascia di reddito determina infatti quante risorse rimangono effettivamente disponibili per investimenti e accumulo di capitale.

Per ridurre l’impatto delle aliquote più elevate, soprattutto oltre le soglie di 28.000 euro e 50.000 euro, è utile adottare strategie di ottimizzazione fiscale, come:

  • sfruttare al massimo detrazioni e deduzioni (spese sanitarie, mutui, previdenza complementare, bonus edilizi), che riducono direttamente l’imposta lorda;
  • diversificare le fonti di reddito, bilanciando quelle tassate con IRPEF progressiva con rendite soggette a imposte sostitutive (es. rendite finanziarie o locazioni con cedolare secca);
  • utilizzare strumenti fiscalmente agevolati, come i fondi pensione o i piani di accumulo previdenziali, che permettono di dedurre i contributi e ridurre subito il reddito imponibile;

In questo modo, la gestione fiscale diventa parte integrante della strategia di investimento: ottimizzare il carico IRPEF significa avere più liquidità disponibile e costruire più rapidamente un patrimonio solido.

EXTRA TIP:

Conviene aprire una società per pagare meno tasse sugli investimenti?

Molti si chiedono se aprire una società sia la strada per ridurre il carico fiscale. In realtà, questa scelta conviene solo in casi specifici: le società di capitali pagano l’IRES (24%) e l’IRAP, ma la tassazione complessiva dipende anche da come vengono distribuiti gli utili ai soci (che subiscono ulteriori imposte).

Per chi ha investimenti personali o patrimoni di dimensioni medio-piccole, la società raramente porta vantaggi netti.

Può diventare interessante solo per chi gestisce capitali rilevanti o attività imprenditoriali strutturate, dove i costi fissi sono compensati dai benefici fiscali e organizzativi.

Quali detrazioni o deduzioni IRPEF aiutano ad aumentare la liquidità da investire?

Tra le leve più efficaci per aumentare la liquidità destinabile a risparmio e investimenti ci sono detrazioni e deduzioni IRPEF. Questi strumenti riducono l’imposta lorda o il reddito imponibile, liberando risorse altrimenti assorbite dalle tasse.

Le principali opportunità sono:

  • interessi sui mutui prima casa - consentono di detrarre parte degli interessi passivi pagati ogni anno;
  • spese sanitarie e mediche - detraibili entro determinate soglie;
  • bonus edilizi (come Superbonus, ecobonus e ristrutturazioni) - che garantiscono detrazioni pluriennali;
  • contributi alla previdenza complementare - deducibili fino al limite di legge, con un duplice beneficio: riduzione dell’imponibile oggi e accumulo di capitale per il futuro;
  • trattamento integrativo per redditi medio-bassi - che riduce direttamente l’imposta dovuta, aumentando il netto in busta paga.
Tassazione

In ambito imprenditoriale, anche crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali e agevolazioni mirate a specifiche categorie possono ridurre il carico fiscale, lasciando più risorse da reinvestire.

Una pianificazione accurata permette di combinare correttamente queste misure, massimizzando il vantaggio fiscale e aumentando la capacità di accumulare capitale nel tempo.

Una pianificazione accurata permette di combinare correttamente queste misure, massimizzando il vantaggio fiscale e aumentando la capacità di accumulare capitale nel tempo.

Pianificazione fiscale: misure preventive per ottimizzare le tasse

Una delle domande più frequenti è: “Conviene versare in previdenza complementare per ridurre l’IRPEF e investire sul lungo termine?”.
La risposta è : i contributi versati nei fondi pensione sono deducibili entro un limite annuo stabilito dalla legge, riducendo così l’imponibile IRPEF. Questo significa meno tasse oggi e, allo stesso tempo, la costruzione di un capitale da utilizzare in futuro.

La previdenza complementare è quindi uno strumento di doppio vantaggio: permette di alleggerire subito la pressione fiscale e di rafforzare la propria stabilità patrimoniale nel lungo periodo.

In generale, la diversificazione del patrimonio resta la strategia più efficace: distribuire redditi e investimenti tra forme soggette a tassazione progressiva e strumenti fiscalmente agevolati riduce l’impatto complessivo delle imposte e migliora il rendimento netto.

Per gestire al meglio queste scelte, spesso complesse, il supporto di un consulente di OVB può fare la differenza: un’analisi personalizzata consente di ottimizzare e costruire un percorso di investimento solido e sostenibile nel tempo.

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