TFR in azienda o fondo pensione: cosa dovresti fare?

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Quando ti hanno chiesto cosa volessi farne, ancora non eri consapevole delle implicazioni che ne sarebbero derivate: meglio lasciare il TFR in azienda o in un fondo pensione? Cosa cambia? È una scelta difficile solo in apparenza.

Dare una risposta concreta a queste domande è importante per la tua pianificazione finanziaria. Quindi, dovresti comprendere qual è l’opzione giusta per te. Se sai come gestire il tuo TFR, hai la possibilità di accumulare un capitale che ti sarà utile per costruire un futuro più sereno e sicuro.

Con una forma di previdenza complementare, puoi tutelare il tuo tenore di vita e fare in modo che sia come lo desideri, anche quando non sarai più in grado di lavorare. Oppure, per accantonare le risorse da investire in un progetto che tieni nel cassetto da una vita. La scelta è sempre tua, sono i tuoi risparmi, ma devi essere cosciente dei pro e dei contro.

Dunque, molto dipende dai tuoi obiettivi, ma ci sono diversi aspetti da ponderare con attenzione. Spostare il TFR in un fondo pensione è un'opzione saggia? Siamo convinti che sia così, ma chiariamo insieme ogni dettaglio importante, affinché tu abbia tutti gli elementi da considerare per prendere una decisione coerente con le tue aspettative.

Prima di scegliere se in azienda o in un fondo pensione: cos’è il TFR e come si calcola

Prima di capire se sia meglio lasciare il TFR in azienda o versarlo in un fondo pensione, è importante capire esattamente come funziona.

TFR è l’acronimo di trattamento di fine rapporto, quello che in via colloquiale viene anche chiamato “liquidazione”: si tratta di una somma che viene accantonata dal lavoratore nel periodo in cui è alle dipendenze di un’azienda.

Regolato dall’articolo 2120 del Codice civile, il TFR rappresenta un’indennità per il dipendente, che per un qualsiasi motivo veda cessare il suo rapporto di lavoro: licenziamento, dimissioni o pensionamento.

In parole povere, il TFR è un vero e proprio piano di accumulo obbligatorio: quando si viene assunti, infatti, l’unica possibilità di scelta che si ha è se lasciarlo in azienda o se versarlo in un fondo pensione.

Fino al 2018, c’era la possibilità di ricevere la quota di TFR in busta paga ogni mese, ma oggi questa scelta non è più fattibile. La quota di TFR accantonata ogni mese equivale a circa il 6,91% della retribuzione annua lorda. Quindi, diciamo che in questo modo, metti da parte circa uno stipendio all’anno, di cui il datore di lavoro dispone nel modo concordato con il dipendente al momento dell’assunzione.

Se vuoi calcolare in modo più preciso il tuo TFR, devi tenere conto di diverse variabili: prima di tutto devi dividere la RAL (il tuo stipendio annuo lordo) per un coefficiente fisso di 13,5. In seguito, a partire dal secondo anno di lavoro, sarà necessario sommare anche la rivalutazione ISTAT, composta da una quota fissa pari all’1,5% e una quota variabile, pari al 75% dell’inflazione. Infine, lo 0,5% andrà sottratto per i contributi INPS. È un calcolo che richiede un minimo di competenza. Quindi, assicurati il supporto di un consulente esperto.

È meglio lasciare il TFR in azienda o versarlo in un fondo pensione?

Nessuno potrà dirti con certezza quale sia la scelta migliore tra versare il TFR in un fondo o lasciarlo in azienda, perché questo dipende molto dalle tue esigenze e dai tuoi obiettivi.

Quello che possiamo fare è spiegare in modo pratico cosa comporta l’una o l’altra strada, in modo che tu possa fare la scelta più consapevole. Ovvero, quella più corretta per i progetti che hai in mente.

Quanto tempo hai per scegliere cosa fare del tuo TFR

Quando vieni assunto da un nuovo datore di lavoro, hai 6 mesi per decidere se lasciare il tuo TFR in azienda o no. Nel caso in cui non comunicassi nulla al tuo datore di lavoro, le possibilità sono 2:

  • se il luogo di lavoro ha meno di 50 dipendenti, il tuo TFR resterà in azienda e potrà essere utilizzato come forma di autofinanziamento dall’impresa. In questo caso, sei sempre in tempo per cambiare idea e spostarlo in un fondo pensione;
  • se l’azienda ha più di 50 dipendenti, il TFR deve essere necessariamente versato in un fondo pensione. Quindi, nel caso in cui non comunicassi la tua scelta, questo verrà automaticamente versato nel fondo negoziale di categoria.

In generale, se decidi di lasciare il TFR in azienda hai sempre la possibilità di scegliere un fondo pensione in cui spostarlo, mentre il contrario non è possibile: una volta scelto un fondo pensione, non potrai decidere di farlo tornare in azienda. Ma niente paura: questo non significa affatto che ti troverai in una situazione di disagio in caso di licenziamento. E più avanti ti spieghiamo anche perché.

Cosa succede al tuo TFR quando un rapporto di lavoro finisce

Per capire bene la differenza tra il TFR versato in un fondo pensione e quello lasciato in azienda, bisogna immaginare il momento in cui il rapporto di lavoro finisce. I casi possibili, diversi tra loro per il risultato, sono 3. Vediamo quali.

Licenziamento o dimissioni con successiva disoccupazione

Se l’azienda per cui lavori dovesse decidere di licenziarti, lasciandoti in stato di disoccupazione, o se tu scegliessi di dimetterti senza aver trovato un nuovo posto di lavoro, non devi preoccuparti: anche se in un fondo pensione, infatti, la tua quota TFR può essere riscattata completamente, se lo chiedi mentre sei in stato di disoccupazione.

Qual è quindi la differenza tra aver lasciato il TFR in azienda o averlo versato in un fondo pensione? Semplice: la tassazione. La quota di TFR maturata prima di essere incassata, dovrà anche essere decurtata dell’aliquota media. Ossia, il risultato del rapporto tra il reddito e l’imposta IRPEF dovuta, nel caso in cui questo sia rimasto in azienda.

Invece, nel caso in cui il TFR sia stato versato in un fondo pensione, viene applicata un’aliquota sostitutiva del 23%, che nella maggior parte dei casi è vantaggiosa rispetto alla tassazione classica.

Dimissioni con cambio del posto di lavoro

Nel caso in cui tu decida di dare le dimissioni, perché hai trovato un nuovo posto di lavoro, la differenza è molto semplice. Se il TFR è rimasto in azienda, ti verrà corrisposto regolarmente entro 30 giorni dalla risoluzione del contratto. Mentre se hai scelto di versarlo in un fondo pensione, resterà lì e continuerà a maturare.

Quindi, in questo caso, bisognerà tenere conto del fatto che mancherà la liquidità nel passaggio da un posto di lavoro all’altro. Ma potrai contare su una continuità di stipendio, dal momento che non ti troverai in stato di disoccupazione.

Pensionamento

Infine, immagina di trovarti al momento della pensione, magari dopo aver lavorato per molti anni nella stessa azienda. In questo caso, il TFR sarà con ogni probabilità una somma consistente. Già solo con le informazioni che abbiamo visto insieme, possiamo dedurre che un’aliquota sostitutiva con un tasso conveniente avrà più peso su un numero maggiore di anni.

Tuttavia, quando riscatti il TFR da un fondo in età pensionabile, l’aliquota sostitutiva non è più del 23%, ma del 15% o meno. Per ogni anno di iscrizione al fondo pensione dopo il quindicesimo, infatti, l’aliquota sostitutiva da applicare in caso di riscatto in età pensionabile si abbassa dello 0,3%, fino ad arrivare al 9%.


Questo significa che, se dovessi andare in pensione avendo sottoscritto un fondo pensione da meno di 15 anni, l’aliquota applicata sarà del 15%. Mentre se andrai in pensione con almeno 35 anni di iscrizione al fondo, l’aliquota sarà del 9%. Un ottimo incentivo a sottoscrivere un fondo il prima possibile!

La resistenza che molte persone hanno nel caso del raggiungimento dell’età pensionabile, però, è quella di non poter ricevere la quota in una soluzione unica, ma di essere obbligate a percepirla sotto forma di rendita. In realtà, non è sempre così.

È infatti possibile riscattare l’intera quota del TFR in un’unica soluzione se il 70% del capitale lordo genera una rendita inferiore al 50% dell’assegno sociale, cosa che capita solamente nel caso di stipendi piuttosto alti.

In conclusione, dove dovresti versare il tuo TFR?

Insomma, la scelta tra lasciare il proprio TFR in azienda o versarlo in un fondo pensione dipende dalle esigenze di ogni persona. Quando interrompi un rapporto di lavoro e ti trovi in stato di disoccupazione, anche se hai versato il TFR in un fondo pensione, hai sempre il diritto di riscattarlo interamente, ma con una tassazione vantaggiosa.

Se dai le dimissioni perché hai trovato un nuovo posto di lavoro, il TFR in azienda può esserti utile nel caso in cui dovessi avere un progetto particolare che richiede molta liquidità nel passaggio tra un’azienda e l’altra.

Quando invece è il momento di ricevere il TFR perché raggiungi l’età pensionabile, la tassazione del capitale lasciato nel fondo pensione è molto vantaggiosa. E in alcuni casi è possibile anche riscuotere l’intera somma in un’unica soluzione.

Non esiste una scelta giusta o una sbagliata, ma dipende dai tuoi obiettivi e dalle tue esigenze. Un consulente esperto in materia finanziaria può esserti utile a chiarire i tuoi dubbi e aiutarti a scegliere il prodotto più adatto alle tue necessità.

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