Congedo parentale Partita IVA: come funziona?
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- Il congedo parentale è una misura previdenziale che permette ai genitori lavoratori autonomi di interrompere temporaneamente l'attività lavorativa per prendersi cura dei figli.
- I lavoratori autonomi devono essere iscritti alla relativa gestione previdenziale e aver versato i contributi necessari.
- I lavoratori iscritti alla Gestione Separata devono avere versato la contribuzione maggiorata dello 0,72%.
- Ogni genitore può usufruire di 3 mesi di congedo parentale indennizzato, non trasferibili, con la possibilità di ulteriori 3 mesi condivisibili tra i genitori, per un totale di 9 mesi indennizzabili.
- Il congedo parentale prevede un’indennità pari al 30% della retribuzione convenzionale. Per il 2024, è stato introdotto un mese aggiuntivo retribuito al 60%, aumentato all'80%.
Il congedo parentale per i titolari di Partita IVA rappresenta un'importante misura di sostegno, consentendo ai genitori lavoratori autonomi di conciliare le esigenze familiari con quelle lavorative nei primi anni di vita del bambino.
Regolamentato dall'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), si inserisce in un ampio contesto di tutela della maternità e paternità, mirando a una migliore armonizzazione tra gli impegni professionali e la vita familiare.
Recenti aggiornamenti legislativi, come il decreto legislativo 30 giugno 2022, n. 105, hanno reso il congedo parentale per lavoratori autonomi più accessibile e flessibile. Adesso, è possibile per entrambi i genitori beneficiare di periodi di congedo indennizzati, semplificando la gestione del tempo tra lavoro e cura dei figli.
Continua a leggere per scoprire come funziona il congedo parentale per i lavoratori con Partita IVA e quali sono le modalità di richiesta.
Cos'è il congedo parentale per titolari di Partita IVA
Il congedo parentale per i titolari di Partita IVA rappresenta una misura previdenziale di grande importanza, destinata a supportare i genitori che svolgono attività autonome, (commercianti, artigiani, imprenditori, coltivatori diretti, pescatori e altre categorie), permettendo loro di interrompere temporaneamente l’attività lavorativa per prendersi cura dei figli.
A differenza dei dipendenti, i lavoratori autonomi spesso non godono delle stesse tutele, per cui il congedo parentale è una prestazione particolarmente preziosa per loro.
Il congedo parentale consente a ciascun genitore di fruire di un periodo di astensione dall'attività lavorativa, indennizzato e protetto da specifiche norme.
Ogni genitore ha diritto a tre mesi di congedo parentale indennizzato, non trasferibili all'altro genitore, e ulteriori tre mesi che possono essere fruiti in alternativa tra i genitori, per un totale massimo di nove mesi indennizzabili tra entrambi i genitori.
L'indennità per il congedo parentale è calcolata come il 30% della retribuzione convenzionale stabilita ogni anno, in base alla rivalutazione dell'indice ISTAT. Questa indennità è erogata direttamente dall'INPS e richiede l'effettiva astensione dall'attività lavorativa durante il periodo di congedo.
La gestione di questo congedo è regolamentata dall'INPS, che fornisce le linee guida e le procedure per la richiesta e la fruizione del congedo parentale. Le recenti modifiche legislative, come quelle introdotte dal decreto legislativo 30 giugno 2022, n. 105, hanno ulteriormente chiarito e ampliato i diritti dei genitori lavoratori autonomi in questo ambito.
A chi è rivolto questo tipo di congedo
Il congedo parentale per titolari di Partita IVA è una prestazione previdenziale destinata a specifiche categorie di lavoratori autonomi e iscritti alla Gestione Separata dell'INPS.
Requisiti per l'accesso
Per accedere al congedo parentale, sono necessari alcuni specifici requisiti.
Come funziona il congedo parentale per Partita IVA
Durata e modalità di fruizione
Il congedo parentale per i titolari di Partita IVA è pensato per garantire una notevole flessibilità ai genitori, che, come anticipato, possono usufruire fino a un massimo di nove mesi indennizzabili.
Il congedo può essere richiesto entro il primo anno di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia nel caso di adozione o affidamento.
È possibile, però, accedere al congedo parentale anche oltre il primo anno, fino a quando il bambino non compie 12 anni o dalla data di ingresso in famiglia nel caso di adozione o affidamento.
Una caratteristica importante di questo congedo è la possibilità di fruirlo in modalità oraria, offrendo così una maggiore flessibilità nella gestione del tempo ai genitori, che possono scegliere di prendere il congedo in giorni interi o in ore, in base alle proprie esigenze.
Indennità economica prevista
L’indennità per il congedo parentale è pari al 30% della retribuzione convenzionale, la quale è soggetta a rivalutazione annuale basata sull'indice ISTAT.
L'ammontare di questa indennità varia a seconda della categoria di appartenenza del lavoratore autonomo. Ad esempio, per artigiane e commercianti l'indennità giornaliera è di € 17,06, per coltivatrici dirette, colone e mezzadre è di € 15,17, mentre per le pescatrici autonome è di € 9,48.
Una novità introdotta con la Legge di Bilancio 2024 è l'aggiunta di un mese di congedo parentale retribuito al 60%, che per l'anno 2024 è ulteriormente aumentato all'80% della retribuzione. Questo mese aggiuntivo è disponibile sia per la madre che per il padre e può essere richiesto entro i primi sei anni di vita del figlio.
L’indennità viene erogata direttamente dall’INPS, a seguito della presentazione della domanda di congedo parentale, e per ottenerla è necessario sospendere l'attività lavorativa durante il periodo di congedo.
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Procedure per la richiesta
Per richiedere il congedo parentale è necessario seguire una serie di passaggi e presentare la domanda entro i termini stabiliti. Ecco come procedere.
La domanda di congedo parentale deve essere presentata prima dell’inizio del periodo di congedo. Questo è fondamentale per evitare di perdere i giorni di congedo già fruiti.
La domanda può essere presentata telematicamente all’INPS attraverso il servizio dedicato disponibile sul sito dell’Istituto. Alternativamente, è possibile effettuare la richiesta contattando il call center dell’INPS o recandosi presso un patronato (Caf).
Per presentare la domanda, è necessario allegare i seguenti documenti:
- documento di identità;
- certificato di nascita del figlio (o documento di adozione o affidamento);
- dichiarazioni presentate ai fini fiscali relative all’anno in cui ricadono i 12 mesi di riferimento;
- mod. F24 che attesti l’effettivo versamento dei contributi per i periodi interessati.
È importante verificare di aver versato i contributi previdenziali necessari. I lavoratori autonomi devono aver versato almeno un mese di contribuzione effettivamente versata con aliquota maggiorata nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di congedo parentale indennizzabile.
Seguendo questi passaggi e presentando la documentazione richiesta, i genitori lavoratori autonomi possono accedere al congedo parentale e ricevere l’indennità prevista, facilitando la conciliazione tra vita lavorativa e familiare.